Byton European Premiere
Milano Design Week, 17 aprile 2018.
Per la sopravvivenza della specie, l’evoluzione è necessaria.
Vale un po’ per tutto, a partire dal genere umano, il genere animale e gli oggetti. Si, Jeremy Clarkson direbbe che questo non è più guidare, si distrugge una passione, uno stile di vita. Un mio caro amico direbbe che è come togliere femminilità ad un oggetto desiderato prevalentemente dai maschi. Per un certo verso entrambi hanno ragione, anch’io amo l’odore della benzina e il rumore di un 12 cilindri, ma la fossilizzazione non porta da nessuna parte. Se l’uomo fosse un conservatore, il signor Clarkson farebbe i test sulle diligenze.
Ma di cosa sto parlando?
Vengo invitato in anteprima alla conferenza stampa della presentazione europea di un marchio automobilistico ai più sconosciuto: BYTON. E’ vero, è sconosciuto. E’ un marchio completamente nuovo.
In realtà non esiste ancora una linea di produzione, dalla fabbrica sono uscite giusto un paio di concept e forse prototipi. La cosa che più mi stupisce però, è che sono già partiti i pre-ordini! Vuol dire che ci sono già persone che ordinano questa automobile prima ancora di provarla. Pazzesco.
Quindi mi armo di buona volontà, e voglio proprio vederla questa automobile. A guardarla sulla carta mi sembra davvero da fantascienza.
D’ora in poi sembrerà che in effetti vi parlerò di fantascienza, ma in realtà vi racconterò una storia di un futuro davvero prossimo.
BYTON è una azienda con sedi in Cina, Germania e Stati Uniti. Alcuni ingegneri e progettisti si sono messi in testa di costruire una auto elettrica completamente nuova e innovativa. Che barba! – direte voi – e io aggiungo: ho detto “auto innovativa”.
Questi progettisti hanno pensato: quanto tempo passiamo in auto? Sicuramente una bella fetta della nostra vita. La maggior parte di questa fetta è tempo buttato. Allora perché non progettare un’auto che possa interagire con noi, rendersi utile, e plasmarsi a noi?
Avete presente quelle auto dei film del futuro, che praticamente parlano con il protagonista, gli danno il buongiorno e gli chiedono come sta? Ecco, ci siamo vicini.
Negli uffici della neonata Byton si sono detti proprio questo: “Quanto sono belli i film di fantascienza con le macchine intelligenti”. E hanno sfornato questa concept, presentata lo scorso gennaio al CES di Las Vegas. E voi mi direte “eh! ma tutti son bravi a fare concept futuristiche!”.
Il bello è che questi pazzi progettisti la vogliono produrre e vendere proprio così.
Naturalmente stiamo parlando di una auto completamente elettrica, a guida autonoma, con una autonomia per singola carica di 520km. Per guida autonoma intendo che per ora è stata studiata la guida autonoma parziale, ovvero il conducente deve comunque prestare attenzione per le frenate di emergenza e le situazioni dove si necessita una certa gravità. Si stima che per il 2020 sarà completamente autonoma, quindi ci si siede e si giunge a destinazione come su un treno. O quasi.
Il bello della BYTON sono gli interni.
Il cruscotto è dominato da uno schermo curvato da 49″, lungo 1.20 metri. Oltre a questo schermo, sul volante un altro schermo simile a un tablet, il quale comanda altre funzioni.
Nei due sedili dietro, i passeggeri hanno a disposizione altri due schermi di infotainment. Tutto molto bello, ma che utilità c’è?
Poniamo che io (Andrea) debba salire per fare un viaggio sulla mia Byton. Quindi cosa faccio, mi avvicino alla portiera; sul montante della stessa si celano dei sensori che fanno una lettura facciale del mio viso, mi riconoscono e sbloccano la chiusura. Premo un tasto ed entro. Sul display da 49″ intanto l’auto mi dà il benvenuto, sulla sidebar dalla parte del guidatore riconosce che si è seduto Andrea e mi fa vedere il mio bel faccione, intanto le varie “app” si sono già accese: ad esempio l’auto controlla la mia frequenza cardiaca, o i miei valori fisici. Oppure se stavo parlando con qualcuno, la chiamata (o video chiamata) continua sul display. Alcuni sensori posti sul cruscotto controllano la mia gestualità: ad ogni mio gesto programmato, l’auto fa una azione. Regolo il volume dello streaming della radio con un gesto, cerco un contatto in rubrica con un gesto, imposto la destinazione con un altro gesto… penso che addirittura la programmerei che se le facessi il dito medio, si spegne.
Il display sul cruscotto è diviso in 3 aree. Poniamo che al mio fianco si siede mia moglie: l’auto riconoscerà il viso di mia moglie e assocerà il suo profilo e i suoi dati, come ha fatto per me. Lo stesso vale per gli altri passeggeri in precedenza “registrati”. L’auto quindi “parla” e interagisce con gli occupanti, li riconosce, sa che siamo autorizzati a metterla in moto, ci dà consigli ad esempio sulla attività fisica che dovremmo fare per mantenerci in forma. Addirittura analizza le nostre abitudini, e ci potrebbe consigliare magari di fermarci 1km prima della nostra destinazione per farci una camminata. Quindi, oltre a mia moglie, anche l’auto mi direbbe che sto ingrassando.
Il display sul volante invece, mi permette di controllare i valori interni dell’automobile, come la climatizzazione, la regolazione dei sedili eccetera. Probabilmente questo display non lo vedremo sulle auto di serie, che verrà ovviamente sostituito da un airbag.
Su ogni portiera è installato uno smartphone che consente le regolazioni di cui sopra anche ai passeggeri.
Le finiture degli interni sono impeccabili, come i materiali utilizzati. E’ vero che è una concept car, ma come dicevo “quelli di Byton la vogliono così”. E’ un misto di pelle, legno, tessuto jeans, tutto davvero curato nei dettagli.
Io mi ci son seduto, sia davanti che dietro. Comodità da salotto nella seduta, ma per salire e scendere ho fatto non poca difficoltà, vista la forma molto avvolgente dei sedili.
Tutto molto bello; ma troppo futuristico? NO.
La Byton ha già iniziato i pre-ordini, la produzione inizierà a ottobre 2018 nello stabilimento di Nanjing in Cina, il quale potrà produrre 200.000 vetture all’anno. Le prime consegne quindi potranno avvenire già nei primi mesi del 2019.
Il prezzo di partenza è fissato in 45.000 US$. Mica male per tutto questo lusso!
Penso che Byton abbia capito bene le tendenze delle nuove generazioni: le nuove generazioni vogliono essere connesse, sfruttare al massimo il tempo (anche seduti in automobile) e spostarsi con stile. Ovviamente il prezzo strizza l’occhiolino a Tesla, che costa ben più del doppio.
Il principale canale di vendita sarà online, ma sono già in programma degli store partendo dalla Cina e dagli USA, per coprire in seguito anche l’Europa. Il mio dubbio rimane l’assistenza post-vendita (ma dicono che ci stanno lavorando).
Quindi non siamo di fronte a una idea di automobile, bensì una vettura che davvero inizierà a girare così per strada. Comunicherà con noi, e noi con semplici gesti andremo in ufficio, a fare shopping o da altre parti… che non sia l’amante, altrimenti viene loggata nel display da un metro e 20 e non sarebbe simpatico.
A conferma del fatto che questa è l’evoluzione dell’auto, oggi durante la conferenza ho avuto modo di parlare con una giovane cameriera che stava portando via dei bicchieri, ed era rimasta a bocca aperta davanti alla Byton. Mi ha detto che le piaceva un sacco, e lo vedevo dai suoi occhi. L’avrebbe voluta rosa, rosa perlata. Le ho chiesto il nome: Shayna. A questo punto proporrei a Byton di creare lo Shayna Pink. Sarebbe perfetto.
Vi lascio con le foto. C’è anche la cameriera, perché non dico bugie.